In che modo si può affittare la prima casa, senza cambiare residenza?
Si può affittare la prima casa, pur mantenendovi la residenza? Sono sempre di più le persone che si pongono questa domanda e il motivo è semplice: mettere a rendita il proprio immobile quando, per qualche motivo, vi è le necessità di pernottare altrove. È per esempio il caso dei lavoratori in trasferta, costretti a passare anche diversi mesi in altre città.
Mantenere un appartamento sfitto comporta sempre delle spese relative alla manutenzione ordinaria e straordinaria e alla quota condominiale. Perché quindi non approfittare le periodo di assenza per affittare la casa e magari guadagnare qualcosa? Se anche tu stai pensando di fare questo passo, ecco tutto quello che devi sapere in merito.
Si può affittare la prima casa? La risposta è sì, ma…
In base alla legge si può affittare la prima casa anche il giorno dopo averla acquistata, senza perdere i vantaggi legati alla compravendita. Questo perché a livello normativo viene definito il concetto di prima casa, senza vincolarlo all’obbligo di residenza. In base al d.p.r. n.131 del 1986 la prima casa è infatti l’immobile situato nel comune in cui l’acquirente abbia stabilito o stabilisca la propria residenza entro 18 mesi dall’acquisto.
Devi sapere che a livello fiscale e tassativo ci sono delle differenze se risiedi o meno nella prima casa.
- Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali di cui si è usufruito per l’acquisto della prima casa, non si perdono con un eventuale affitto. Parliamo di Iva o imposta di registro, imposte catastale e ipotecaria pagate in misura ridotta.
- Diversa è la questione degli interessi passivi del mutuo. Se ne hai acceso uno, sai bene che puoi portarli in detrazione dall’Irpef (il 19%), ma perché ciò avvenga devi necessariamente avere la residenza nell’immobile interessato dal mutuo.
- Se hai acquistato un immobile, ma non vi abiti perché hai deciso di affittarlo, dovrai pagare IMU (imposta Municipale Unica) e TASI (tassa sui Servizi Indivisibili) senza poter usufruire delle agevolazioni per i residenti, anche se si tratta dell’unica abitazione che possiedi. Ma in base alla Legge di Stabilità 2017, se hai deciso di affittare la tua casa a un canone concordato hai diritto a uno sconto su IMU e TASI pari al 25%.
- Sul canone di affitto percepito dovrai pagare le tasse, in quanto rappresenta un reddito. Puoi decidere se aderire al regime ordinario e cumulare l’affitto con altri redditi percepiti, oppure aderire al regime della cedolare secca in cui il reddito da affitto non si cumula agli altri e paghi un’imposta fissa del 21%.
Affittare la prima casa: tutta o anche solo una parte
Si può affittare la prima casa anche parzialmente, per esempio dando in locazione una parte dell’immobile o una stanza. Questa opzione consente di continuare a usufruire di tutte le agevolazioni si IRPEF, IMU e TASI.
A questo punto devi decidere se puntare su un affitto a lungo termine, oppure a breve termine. Nel primo caso vincoli per lungo tempo il tuo immobile e puoi correre il rischio di incontrare inquilini morosi o che arrecano dei danni. Gli affitti brevi sono senza dubbio più vantaggiosi perché:
- La casa resta sempre nella tua disponibilità;
- Il pagamento del canone avviene in anticipo e quindi non corri il rischio di morosità;
- Puoi fissare un canone di locazione per notte maggiore di quello che riceveresti per notte da un affitto tradizionale.
Se vuoi lanciarti in questa avventura, ma non sai come fare, rivolgiti a Beesprint, società leader nel settore degli affitti brevi e medi. Beesprint si occuperà di tutto al posto tuo, sollevandoti da ogni incombenza: pubblicizzerà il tuo appartamento sulle principali piattaforme di booking, troverà per te inquilini referenziati gestendone arrivo e partenza, lavorerà per affittare la casa più notti possibile.
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